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Scopriamo pro e contro del riscaldamento a pavimento o a parete, un’alternativa ai tradizionali termosifoni, che sta ritornando di moda soprattutto nelle nuove costruzioni. Ecco le cose utili da sapere.

Il riscaldamento a pavimento in realtà non è propriamente una novità. Si tratta di una riscoperta di un sistema in voga tra gli anni ’50 e ’70. Oggi però può godere di tutte quelle migliorie tecnologiche che ne consentono un funzionamento più efficiente rispetto al passato.

Innanzitutto chiariamo di cosa si parla quando si parla di riscaldamento a pavimento, detto anche “a pannelli radianti”.

Come è fatto un impianto di riscaldamento a pavimento:

Premettiamo che per realizzare un impianto di questo tipo, condominiale o non, è indispensabile rivolgersi ad una ditta altamente specializzata. La qualità del lavoro di installazione avrà infatti effetti tangibili sulla durata di vita dell’impianto (che può essere anche di mezzo secolo ndr).

Detto questo, vediamo quali sono gli elementi costitutivi di un impianto di questo tipo:

  • Le tubazioni. Rappresentano uno dei fattori più critici dell’impianto, in quanto devono presentare caratteristiche di particolare resistenza allo schiacciamento ed alla corrosione. Sono elementi che, se mancanti, ci creeranno dei grossi problemi in termini di disagi e spese di sostituzione. Normalmente, le tubature sono in polietilene o di materiali parzialmente di metallo e di plastica. Vengono posizionate sopra un pannello isolante a forma di serpentine o altro pattern che comunque consenta una occupazione uniforme dello spazio.
  • Il citato pannello isolante è il secondo elemento. Posto sopra la soletta, di solito presenta un disegno predefinito e alcuni incastri che facilitano la posa delle tubature. Il materiale con cui è fatto di solito è il polistirolo sagomato. A volte viene invece data la preferenza al sughero, in virtù delle sue migliori performance di isolamento acustico.
  • Il foglio in PVC rigido. Viene abbinato al pannello isolante per renderlo più robusto ed impermeabile. Lo proteggerà dall’umidità.
  • La caldaia. Come detto, dovrà portare l’acqua del sistema ad una temperatura compresa tra i 30 e i 40°C.
  • I collettori. Sono in sostanza le valvole che consentono di regolare l’apertura e la chiusura del flusso d’acqua calda dalla caldaia alle tubazioni e viceversa.
  • Infine, il massetto. Si tratta di uno strato in calcestruzzo che funge da elemento riscaldante.https://www.tuttogreen.it/riscaldamento-a-pavimento-pro-e-contro/